Samuel, il frontman dei Subsonica, ha posto l’accento su un tema molto sensibile per chi lavora ed opera nel mondo artistico di oggi, che viaggia a ritmi talmente elevati da richiedere, ormai, di saper fare tutto autonomamente.
Scrivere canzoni, suonare uno o più strumenti, produrre brani, creare contenuti, fare video, montarli, sponsorizzarsi, trovare serate, esibirsi e tantissime altre cose che riempiono, fino all’orlo, la vita di un artista.
Si diventa artisti imprenditori o manager di se stessi per la mancanza di qualcuno che investa (dei soldi e del tempo) sulla propria musica o per l’assenza di opportunità e di spazi che creino alternative possibili e sostenibili.
Sostanzialmente si è obbligati a fare tutto da soli per cercare di sopravvivere ad un sistema talmente veloce e spietato che non aspetta e non guarda in faccia nessuno.
Ma il rischio che si corre è quello di soccombere ed implodere nei meccanismi di questo sistema.
A quante storie di burnout, stress psicologico o ritiri dalle scene stiamo assistendo ultimamente?
Il multitasking è una valida risorsa in alcuni momenti della nostra vita professionale ma non può essere l’unica via percorribile, a lungo termine, nella carriera di un artista.
Saper fare più cose arricchisce da un punto di vista culturale ed esperienziale ma fare sempre troppe cose insieme, contemporaneamente, porta ad un dispendio e ad una dispersione di energie talmente elevate da non permettere di concentrarsi su ciò che un artista dovrebbe fare al massimo delle sue possibilità: scrive canzoni e creare arte.
La figura di un manager o di un team di collaboratori sarebbero tutt’ora fondamentali per riuscire a mantenere il focus sulla propria creatività. Ma soprattutto per evitare di sentirsi così spesso profondamente soli durante il percorso artistico.
Dobbiamo rassegnarci all’idea di fare tutto in completa autonomia o ci sono ancora delle alternative valide e sostenibili?
🎥 Video estratto dall’intervista di Samuel e degli altri componenti dei Subsonica a “Passa dal Bsmt” di Gianluca Gazzoli.