Gianpietro Vigorelli è uno dei pubblicitari e dei creativi più importanti d’Italia.
Lo lega alla musica il fatto di essere il padre di Jake La Furia, rapper fondatore dei Club Dogo e attualmente uno dei giudici di X Factor Italia.
Le parole di Vigorelli, ai microfoni di Gianluca Gazzoli a “Passa dal Basement”, possono risultare forti ma allo stesso tempo aprono ad un’interessante riflessione sul mestiere di essere creativi.
La creatività, infatti, per chi la vive come un lavoro o come una passione ai limiti dell’ossessione, può essere paragonata ad un forma di meravigliosa e sublime condanna.
“…è una malattia del cervello che deve sempre costruire qualche cosa di originale.
È una condanna.
È un cervello che continua ad elaborare, che è sempre in funzione. È sempre più avanti: mentre qualcuno sta dicendo una cosa tu sei un pezzettino più avanti di quello che sta dicendo lui.
Ed è anche un problema perché poi la testa ti va da un’altra parte mentre qualcuno ti sta parlando.
Soprattutto ti annoi facilmente: una persona creativa non ha la pazienza.
Io mi annoio facilmente nel senso che se quello che sto vedendo, vivendo o sentendo ha uno standard troppo basso, mi annoio: soffro, devo alzarmi e vado via.
La creatività deve essere, poi, sostenuta da un carattere e da una tenacia che è ambizione con un filo di presunzione.
La tenacia serve perché nessuno ti ascolta.
Quella che pensi sia una grande idea e che magari diventerà una grande idea, la persona che hai davanti non ha il dovere di capirla, sei tu che devi introdurla alla comprensione di essa.
E il 99% delle persone non ha gli strumenti per arrivare, sei tu che le devi accompagnare in qualche modo.
Ecco, questa è la creatività.”

